Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia
Acromatismo. — Abbiamo veduto che la luce, nell’entrare in un mezzo trasparente a superficie parallele, si rifrange e sorte da esso nè alterata, nè
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Le proprietà della luce polarizzata sono fotograficamente più deboli, ma i colori che ne risultano, e le sue leggi di interferenza non differiscono
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trasfigurazione che ne risultano aumentano troppo rapidamente colla obliquità; questa forma, quando non si vuol far uso che di un sol vetro, non è di un buon uso
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ne raccomandano l'uso in alcuni casi.
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conoscere al lettore questo oggettivo panoramico daremo la descrizione che il suo autore ne fece nell’opuscolo citato più sopra.
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Questa camera oscura ha una forma semplicissima, come si può vedere nella figura adiacente, che ne rappresenta la principale sezione longitudinale
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; il campo è largo quasi 180°, e piano o curvo, secondo che si desidera; le linee rette non appariscono curve, non piegate nè verso il centro, nè verso
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(b) Soggettivo a ritratti essendo calcolato in modo da produrre una immagine molto vicina ad esso di un modello posto a maggior distanza da esso, ne
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Una negativa trasparente può venir copiata (come dissimo di sopra) senza far uso nè di riflettore, nè di condensatore,
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Un acido combinandosi con una base dà sempre luogo ad un nuovo corpo, in cui più non si riconosce nè l’acido, nè la base. Questo nuovo composto di
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Ne conseguita dunque che uno stesso e medesimo corpo può manifestare proprietà ora acide, ed ora basiche, secondo la influenza che sopra di lui
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nè più nè meno.
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effetto, nè più nè meno, può solamente venir compiuto da 16 parti di solfo, così queste, relativamente all’idrogeno come a qualunque altro corpo
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Rischiariamo ciò con un esempio. Il modo di comportarsi dell’ossigeno coll’azoto ce ne fornisce uno assai notevole.
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Mescolando insieme 1 equivalente = 32 parti di soda caustica con 1 equivalente = 40 parti di acido solforico anidro, ne succede una combinazione
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Da quanto abbiamo detto si scorge che l’equivalente dei corpi nell’atto della loro combinazione chimica non si altera, nè modifica menomamente
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L’ossigeno è un gas permanente, scolorato, insipido, senza odore, della densità di 1,10. L’acqua ne scioglie 0,035 del suo volume, ossia un peso
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corpi, e gli odori che ne emanano, vengono distrutti, o modificati profondamente dai corpi molto avidi di idrogeno, come sarebbe il cloro.
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acidi, per cui decompone tutti i sali solubili che vengono in contatto con essa. L’ossido salino ne viene scacciato, e l’acido si combina con la potassa.
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L’acqua ne scioglie 670 volte il proprio volume quando è alla temperatura ordinaria, ossia ne scioglie la metà del proprio peso; e nel prendere l
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È liquido, rosso bruno, puzzolente, velenoso. L’acqua ne scioglie circa 1/25 del suo peso. La soluzione freddandosi depone un idrato di bromo solido
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Il peso specifico della cera è 0,965, essa è per i 9/10 solubile nell’alcool e nell’etere bollenti; ma l’alcool freddo ne ritiene solo una tenuissima
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commercio, 1 volume di acqua a 0° scioglie 500 volumi di questo gas ed alla temperatura di +20° non ne scioglie più che 460 volumi.
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, combinandosi coll’idrogeno di essa per formare acido cloroidrico, ne mette in libertà l’ossigeno.
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Gli olii grassi sono generalmente liquidi, vengono facilmente assorbiti dai corpi porosi; in contatto colla carta la rendono trasparente perchè ne
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1,9. A +350° fonde, a più forte calore si decompone, perde ossigeno. È tanto più solubile nell'acqua, quanto più alta ne è la temperatura;
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continuamente se ne precipita una parte.
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I solfuri metallici essendo variamente colorati, ne nasce che l’acido solfoidrico è sovente adoperato nelle analisi chimiche.
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distinguono dagli altri ossidi metallici da ciò che non vengono precipitati nè dal solfoidrato di ammoniaca, nè dall’acido solfoidrico. Alcuni ossidi
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La bontà del vetro si può provare con acido solforico. Dopo 24 ore il vetro di buona qualità non ne viene per nulla intaccato. Il vetro che contiene
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Si mescolino i due liquidi, se non vi ha contrazione, nè dilatazione alcuna, chiamando d la densità del nuovo liquido, avrassi evidentemente dopo il
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analogia ne deriva pei seguenti procedimenti.
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Lo svolgimento dell’immagine col mezzo dei liquidi rivelatori essendo dovuto ad un processo di deossidazione, ne segue che tutto quanto può
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Sarebbe più nocivo che utile l’accrescere la proporzione dell’iposolfito in questa soluzione, perchè ne soffrirebbe la solidità dello strato di
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L’alcool essendo un corpo più stabile che non l’etere, ne nasce che il collodio con molto alcool è più permanente e meno esposto ad ozonizzarsi, che
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’ioduro di cadmio impiegata al 2 per 100, mi permetterò di far osservare che quest’ultimo ha un equivalente più grande, che non il primo ioduro, per cui ne
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Noi non crediamo vi sia alcun reale vantaggio in questi empirici miscugli nè per riguardo alla sensibilità, nè per riguardo alla purezza ed alla
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dose ciascuno, che il collodio non sia nè veramente etereo, nè veramente alcoolico, secondo il significato di queste voci. Un tal collodio sarà più
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nè.alcalino, il sensibilizzatore che più gli conviene è ancor quello che non sia nè acido, nè alcalino. Quando nel collodio domina un alcali, ossia si
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Infatti, suppongasi un piano verticale che passi per AB e per O, questo piano comprenderà la verticale Oo, e siccome questa taglia il vetro in o, ne
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tratta di copiare un monumento in modo da ottenerlo in proporzioni nè troppo piccole, nè troppo grandi. Quando l’operatore si approssima di troppo all
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causa di dover avere avanti alla camera oggetti estremamente illuminati, egli potrà renderla così piccola, che l’effetto ne sia quasi insensibile, col far
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sensibilmente, ne nasce che l’operazione del fissare la prova si può eseguire fuori del gabinetto oscuro. Ciò è molto utile ed aggradevole al fotografo.
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strato da una altezza troppo grande, nè in troppo grande quantità, onde non lacerarlo, e prolungare il lavamento sino a che tutto l’iposolfito sia
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consiste dalla combinazione di due procedimenti diversi, ed è per causa di una tale sembianza che l’autore non se ne occupò immediatamente quando venne
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prova. Come è evidente non si potrebbe rimpiazzare l’acido cloroidrico in questa reazione, nè coll'acido acetico, nè coll’acido solforico o coll'acido
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Questa soluzione non può conservarsi lungo tempo, perciò bisogna prepararla a misura che ne occorre il bisogno, mescolando le due soluzioni secondo
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con un terzo bioccolo asciutto, e senza aggiungere nè tripoli, nè altra polvere di sorta, si stropiccia ancora la lamina, effettuando sempre un moto
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richiesta. Una tinta grigia nebulosa accusa un eccesso di bromo, mentre i bianchi deboli, i neri troppo taglienti, senza semitinte, ne accusano una
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ne impregna la caria, e fa seccare. Ricomincia da capo un’altra volta l’operazione, e poi tratta la carta con
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